da cui tutti, chi più chi meno, prima o poi, siamo assaliti, è una forma di auto-tortura, il segnale di un blocco profondo che ingabbia la nostra esistenza. L’ansia, nelle sue varie forme, è un segnale che richiama l’attenzione sul modo in cui stiamo conducendo la nostra vita. L’ansia segnala che stiamo fuggendo da noi stessi. L’ansia segnala che la persona ha incanalato la sua energia vitale in percorsi obbligati legati al “dover essere” e lontani da un reale contatto coi propri bisogni. da cui tutti, chi più chi meno, prima o poi, siamo assaliti, è una forma di auto-tortura, il segnale di un blocco profondo che ingabbia la nostra esistenza. L’ansia, nelle sue varie forme, è un segnale che richiama l’attenzione sul modo in cui stiamo conducendo la nostra vita. L’ansia segnala che stiamo fuggendo da noi stessi. L’ansia segnala che la persona ha incanalato la sua energia vitale in percorsi obbligati legati al “dover essere” e lontani da un reale contatto coi propri bisogni.
L’ansia è un segnale che invita ad andare oltre le proprie maschere per mettersi in contatto con la propria autenticità ovvero chiama la persona a confrontarsi con le sue scelte, con le sue ripetitività fonte di sofferenza, con la sua emotività compressa che chiede d’essere ascoltata.
L’ansia è un invito all’ascolto di sé, a prendere confidenza con i propri stati d’animo e con le proprie emozioni come richiami ai bisogni, ai desideri, alla vitalità inespressa, al piacere, alla spontaneità.
L’ansia lascia intravedere la possibilità di un altro sé, tutto da costruire. L’ansia è un invito a cambiare, a rinnovarsi, a distaccarsi da vecchie abitudini e modalità.
L’ansia esprime la paura di vivere “pericolosamente” ed è un invito a rischiare; ad esplorare territori sconosciuti, a liberarsi da modelli ingabbianti; a tradire, a ribellarsi, ad emanciparsi da vincoli rigidi. A re-inventarsi. A creare una nuova forma di sé e una nuova norma per sé (riscrivere i propri “comandamenti”). A creare uno spazio personale di espressione e creatività in cui costruire continuamente la propria identità in trasformazione ed evoluzione.
Ingredienti tipici, comuni alle varie manifestazioni ansiose:
la persona viene aiutata a trovare un rapporto più sano e utile con le richieste del vivere quotidiano. In alcuni casi questo obiettivo si può realizzare con “piccoli” cambiamenti di abitudini, come ad esempio organizzare il proprio tempo in modo diverso dal passato trovando un nuovo equilibrio rispetto alle attività fondamentali. In altre situazioni, per ridurre l’ansia e trovare sollievo dal peso delle richieste quotidiane, la persona deve imparare a sviluppare un nuovo dialogo con sé stessa, meno severo nelle eccessive richieste di cui si carica, più flessibile rispetto ai modi per portare avanti gli impegni quotidiani. Ad esempio, la persona impara a fare le cose “sufficientemente” bene invece che doverle fare necessariamente perfette. O anche la persona impara a chiedere aiuto e a condividere certe incombenze, o anche impara a dire di no a qualcuno o per qualcosa. Molte volte succede, invece, che lo stress e l’ansia legati alle richieste del vivere conducono la persona a confrontarsi con aspetti di sé molto profondi, con i suoi modi d’essere che ha costruito da tempo e consolidato nel corso degli anni. L’ansia diventa allora, paradossalmente, un alleato per la persona, il canale di accesso ai meccanismi interni più importanti che generano la sofferenza attuale e che possono essere “rivisitati” per diventare fonte di benessere e trasformazione.
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