I CAPRICCI DEI BAMBINI

“…i capricci e le disobbedienze dei bambini non sono altro che aspetti di un conflitto vitale fra l’impulso creatore e l’amore verso l’adulto, il quale non lo comprende.

Quando, invece di trovare obbedienza, insorge un capriccio, l’adulto deve pensare sempre a cotesto conflitto e individuarvi la difesa di un gesto vitale necessario allo sviluppo del bambino” 

(Montessori, 1938)

Generalmente si utilizza il termine capriccio per intendere un comportamento non conforme, non desiderabile, esibito in una data situazione (ad esempio, il pianto disperato del bambino durante il momento della spesa, le urla incontenibili, il non obbedire alle richieste dell’adulto, il buttarsi a terra per strada, ecc…)

Il capriccio è generato da un forte momento di frustrazione che il bambino non riesce a gestire con i mezzi e gli strumenti a sua disposizione: il pianto, gli scatti d’ira non sono altro che richieste di aiuto che il piccolo invia all’adulto. 

Un bambino non piange senza motivo: il problema è che, troppo spesso, tale motivo sfugge all’adulto che spesso erroneamente considera il bambino come un adulto in miniatura; il bambino di contro è un soggetto in costante sviluppo e più si è piccoli meno si riesce a controllare le proprie emozioni.

I capricci sono normalmente esibiti dai bambini, ma si intensificano in particolare nella fascia 2/3 anni, non a caso si parla dei ‘terribili 2 anni’: a partire da tale età, il bambino raggiunge una maggiore consapevolezza nello sviluppo cognitivo, linguistico, motorio, sfinterico, nonché raggiunge una maggiore indipendenza; proprio in virtù di ciò, egli ama sperimentarsi, non sottostando alle regole imposte dall’adulto che spesso rappresenta un freno verso la scoperta del mondo e di se stesso. A questa età i piccoli si esprimono spesso con il ‘no’, rigettando le richieste dell’adulto, perché ora iniziano a percepirsi come unità separate sviluppando una propria identità.

Attraverso semplici parole quali ‘no’, ‘io’, ‘mio’ il bambino sperimenta la propria libertà, modellando la sua personalità: ecco come l’espressione del capriccio diventa affermazione di sé!

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