Il senso di colpa è l’emozione che segue la violazione o la possibile violazione di una norma interna (morale, culturale, familiare). Spesso questa emozione è la risultante di un conflitto interno dove si confrontano sullo stesso piano un desiderio e un divieto: “vorrei, mi piacerebbe fare…” e “non posso fare…”
Quando tale conflitto non trova una mediazione la persona può:
A volte l’argomento del contendere non riguarda un solo comportamento ma l’intera persona nel proprio essere: “vorrei, mi piacerebbe essere…” e “non posso essere…”
Questi criteri li abbiamo stabiliti a partire dalle prime relazioni importanti. Il modo in cui i nostri genitori, o chi si prendeva cura di noi, approvavano o disapprovavano i nostri comportamenti è diventato poi un criterio interno con cui valutiamo le nostre scelte e la nostra vita.
È importante quindi ricostruire l’origine e la storia dei criteri con cui giudichiamo i nostri comportamenti e il nostro essere e stabilire l’appropriatezza di questi criteri basata sul presente, distinguere cioè gli atteggiamenti e i ruoli che sono stati vitali per noi nel passato (ci hanno fatto sopravvivere e garantito l’affetto delle figure di riferimento) da ciò che oggi è diventato limitante per esprimere la nostra potenzialità.
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